La gavetta ritrovata

La sensazione è quella di aver trovato qualcosa di importante e di personale. La speranza è quella di trovarci un nome familiare: stiamo cercando tracce dei Lupi di Toscana Valentino Merla e Giovanni Cortinovis dispersi sul Ciuca Fecit e sul Mali Tabajan il 14 gennaio 1941.

Siamo nel villaggio di Kajcë, Kaizza o Caizza come lo chiamano le carte del Regio Esercito alle pendici del Ciuca Fecit e del Tabaian. Era il villaggio dove sostava il comando della Divisione Lupi durante il primo impiego in terra albanese. Erano i primi di gennaio del 1941 ed i Lupi, dopo lunga ed ininterrotta marcia notturna e sotto pioggia, vento e neve raggiungevano le posizioni per supportare la stremata Divisione Julia. Li scavalcavano, andando all’assalto dopo aver visto Alpini sfiniti, affamati e feriti; andavano all’assalto senza aver avuto un addestramento sufficiente; andavano incontro al nemico senza mappe, senza razioni di cibo e munizioni di scorta. Andavano all’assalto senza avere rinforzi dietro di loro e quindi obbligati a ripetere gli errori dell’ottobre 1940.

Era la difesa dell’onore che lo richiedeva: bisognava fermare l’avanzata dei Greci e fare muro. I Lupi ci hanno provato e per alcuni giorni hanno tenuto ma come sono andate le cose sul Ciuca Fecit e su tutta la catena dei Mali? Serve il racconto di chi c’era per rendere l’idea: “I Lupi hanno resistito quel che era necessario e ritornano, lasciando insepolti tutti i loro morti a testimoniare che Ciuca Fecit fu difesa a bombe a mano. La consegna è stata mantenuta ma non ha avuto splendori perché è stata grigia anch’essa come il tempo e come il fango. Qualcuno riconoscerà il dovere compiuto…”

Su quel Ciuca Fecit c’erano il nonno Giacomo, Valentino Merla, Giovanni Cortinovis con tanti ragazzi bergamaschi e bresciani. Ma c’era anche il proprietario della gavetta che ho notato in una baita crollata. L’alluminio non arrugginisce e balza all’occhio tra i calcinacci, i rovi e le travi del tetto. Entro con attenzione e recupero il prezioso reperto. Mi aspetto di trovare il nome di Valentino ma è sporca di terra e una sostanza strana, tipo catrame colato. Si notano solo alcune lettere, non vedo l’ora di tornare a casa per poterla pulire e trovare il nome del fante, certo… perché la cosa che posso dire subito con certezza è che la gavetta appartiene ad un fante e non ad un alpino. Gli alpini hanno una gavetta più capiente. 

Finalmente riesco a pulire per bene la gavetta ed ecco qui

un particolare della gavetta

Le iniziali od il nome che speravo di trovare non ci sono, si leggono però altri nomi di località e simboli… comincio a farmi delle domande… magari apparteneva ad un fante che ha solo perso la gavetta. Se così fosse la ricerca sarebbe oltremodo difficile se non impossibile! Me ne farò una ragione, custodendo la gavetta insieme a tutto quello che significa per un soldato, un particolare diario.

Con la mente torno in Albania e penso a tante cose… penso a mio nonno, a Valentino ed ai tanti soldati ancora oggi dispersi sui monti albanesi, alle famiglie a casa ad attenderli, ai bimbi di allora cresciuti senza padri. Ed anche ai miei studi scolastici nei quali la guerra d’Albania veniva citata in due righe… quanto poco rispetto per tanti ragazzi morti e dispersi, se solo potessero parlare e, noi, ascoltarli…

Torno all’obiettivo: riportare la gavetta al suo proprietario oppure ai suoi parenti. Leggo i nomi ed osservo le cesellature pensando a quanto tempo ha dedicato alla sua gavetta questo soldato. In pratica si tratta di un diario dove annota date, luoghi e persone.

C.G.: le sue iniziali nome/cognome o cognome/nome
1920: la sua classe di nascita
4-6-40: la data d’inizio della guerra contro la Francia
Priola, Rivoira, S. Michele, Fabrosa, Piemont: paesi in provincia di Cuneo a ridosso del confine francese in Piemonte
M.Melino: monte simbolo per i Lupi di Toscana in Trentino 
Luigia + amore: il suo amore…

Il ragionamento è partito quindi dalla grandezza della gavetta che deve essere di un fante e non di un alpino come già detto. Questo permette di stringere i ragionamenti su due divisioni che sono passate in quei luoghi: Lupi di Toscana e Cacciatori delle Alpi. Il cerchio si stringe subito però sui Lupi di Toscana per i paesi del cuneese e per il Monte Melino. I lupi infatti nella data del 4-6-40 erano proprio in quei paesi come si può leggere da alcuni libri. Sempre da quei libri risulta che nell’autunno del 1940 la Divisione si addestra sul Monte Melino e dintorni.

Appurato che tutto fa pensare ad un Lupo di Toscana serve ora ragionare sui nomi e cognomi. Serve una lista di caduti tanto per iniziare (http://www.divisionelupi.info/caduti-e-dispersi/) il libro di mio nonno del 77 reggimento (http://www.divisionelupi.info/77-fanteria-lupi/) offre subito una rosa di nomi.

Il cerchio ora si stringe sui nati nel 1920 che sono due: Caldiroli Giovanni morto il 13 gennaio 1941 e Cocchiaro Giuseppe morto il 24 marzo 1941.

I Lupi il 24 marzo 1941 erano sul Golico quindi se la gavetta fosse di Cocchiaro vuol dire che l’ha solo persa a Kajcë mentre invece il giorno della morte di Caldiroli si trovano proprio nella zona del ritrovamento.

Richiedo quindi una copia del foglio matricolare di Caldiroli Giovanni all’archivio di Milano che dopo aver ricevuto il pagamento mi invia le copie del suo fascicolo.

Dopo giorni mi chiama Tiziana dicendomi che è arrivato un pacco per me… E’ stata un emozione fortissima leggere la storia che, praticamente, già avevo intuito interpretando la gavetta ritrovata. Leggo tutto d’un fiato il foglio matricolare e trovo tutte le conferme che aspettavo. Quindi la gavetta che ho in mano è davvero appartenuta a quel povero ragazzo di 20 anni che, per portare un ordine in linea, magari dove c’erano mio nonno e Valentino, è stato ferito in maniera gravissima da una bomba di mortaio.

Ora bisogna trovare i famigliari sperando che ci siano ancora. Dopo varie telefonate a casa di persone che non conosco di San Giorgio su Legnano, paese di origine di Caldiroli Giovanni, trovate sull’elenco telefonico, non ricevo risposte positive alla ricerca dei parenti. Chiamo quindi l’anagrafe comunale ma che non mi da accesso alle informazioni sui parenti. Lascio il mio numero di telefono sperando di essere contattato da qualcuno… e così il destino vuole che il Sig. Roberto Mezzenzana, Presidente dell’ANPI locale, mi contatti dicendomi che potrebbe fare da tramite coi parenti, che conosce di vista. Finalmente il giorno 5 marzo 2017 andiamo a San Giorgio su Legnano dove incontriamo i parenti del Lupo Caldiroli Giovanni, il Sig. Mezzenzana, il Sindaco e consiglieri comunali per la consegna della gavetta. Mio fratello Giulio ha intagliato una base in legno con alcune annotazioni così potrà essere ben valorizzata… è stato davvero emozionante raccontare la nostra esperienza in Albania anche grazie al bel video realizzato da Matteo Zanga. 

Ma, devo essere sincero, è stata dura lasciare la gavetta di Giovanni… nell’anno che è stata con me ho avuto modo di spenderci parecchio tempo per poter darle una casa affezionandomi a quel vecchio pezzo di alluminio ma è giusto così… ne sono felice ed anche un po fiero; i parenti di Giovanni e suo fratello custodivano un suo ritratto in divisa con la bustina ed il numero del suo bel Reggimento, il 77° Lupi. Vedi Giovanni… non sei morto in quel gelido 13 gennaio 1941, vivi ancora nel ricordo dei tuoi parenti e ti sei fatto conoscere da tante persone. 

Rassegna stampa:

http://www.legnanonews.com/news/cronaca/901977/torna_ai_parenti_la_gavetta_di_giovanni_caldiroli

https://78lastoria.wordpress.com/2017/03/09/albania-2016-italia-2017-lincredibile-storia-di-un-recupero/